Le armi nel field target

Come ho già scritto, le armi impiegate nel field target sono esclusivamente carabine ad aria compressa, in calibro 4,5. E’ opportuno sapere che esistono armi ad aria compressa di calibri maggiori (5,5 – 223 – 6,35, – etc), ma non sono ammesse nella pratica del nostro sport.

E’ possibile impiegare carabine di qualsiasi potenza; sia quelle definite dalla Legge Italiana di “modesta capacità offensiva” (vedi nella sezione Leggi) ovverosia di “libera vendita”, con energia cinetica inferiore a 7,5 joule, sia quelle di potenza superiore.

Per l’acquisto e la detenzione delle prime (< 7,5 J) è sufficiente essere maggiorenni; per le altre (> 7,5 J), che sono armi – comuni o sportive – a tutti gli effetti, è indispensabile essere titolari di porto di armi (TAV) rilasciato, per lo più dalla Questura competente per il territorio in cui si risiede.

La Legge Italiana impedisce e punisce severamente l’innalzamento dell’energia cinetica delle armi di libera vendita oltre il limite massimo consentito di 7,5 J, ed i reati commessi da chi non rispetta tale imposizione sono più d’uno.

 

Molla o non molla

Le armi ad aria compressa sfruttano tutte lo stesso principio di funzionamento: una certa quantità di aria compressa ad un notevole numero di atmosfere e “liberata” istantaneamente per imprimere al pallino la quantità di energia necessaria a fargli attraversare la canna e colpire (si spera!!) il bersaglio.

C’è una netta e preliminare distinzione a seconda che il sistema per disporre di una certa quantità di aria compressa nell’arma comprenda fra i vari meccanismi una grossa molla oppure no.

Ma, scendiamo un po nel particolare, e vedremo che esistono quattro tipologie di armi, a seconda del sistema di creazione, o rifornimento dell’aria compressa:

  1. armi “springer” (spring=molla): la pressione di aria viene generata e liberata in un’unica fase, e cioè nel momento in cui, tramite il meccanismo di scatto (grilletto), permettiamo alla molla di espandersi e di spingere il pistone fino al suo “fondo corsa” nel cilindro. I pregi di questo sistema consistono in un’autonomia di sparo praticamente illimitata ed in una relativa semplicità costruttiva; i difetti sono una certa incostanza di velocità impressa al pallino e una notevole imprecisione di tiro generata dalle sensibili reazioni allo sparo.

  2. armi gas-ram: si tratta di un’evoluzione del sistema springer, che ne complica alquanto l’uso e la manutenzione comportando una lieve riduzione delle reazioni allo sparo. In poche e semplici parole, la molla, quale elemento elastico, che incamera energia e la restituisce al momento dello sparo, viene sostituita nelle gas-ram da una cartuccia pneumatica (immaginate una siringa di plastica con il foro, dove si inserisce l’ago, tappato) a tenuta ermetica, e mantenuta – con periodici ”rabbocchi” – alla pressione di circa 60 atmosfere. Pregi e difetti sono sostanzialmente simili a quelli delle springer.

  3. armi pcp: la pressione necessaria viene caricata (a circa 200 atmosfere!) in un robusto serbatoietto posto solitamente sotto la canna; ad ogni “armamento” di quello che potremmo definire impropriamente un otturatore, l’aria in pressione viene prelevata a piccole dosi – sempre uguali – dal serbatoio e liberata, dopo esser transitata per un regolatore di precisione, azionando il grilletto, che a sua volta aziona un meccanismo definito “massa battente”. I pregi consistono in una enorme praticità di uso, in una notevole costanza delle velocità impresse ai pellet e in una quasi totale assenza di reazioni allo sparo; l’unico difetto da rilevare consta in un’autonomia abbastanza limitata: le armi più “parsimoniose” possono garantirci circa 80 cicli di sparo con una pressione adeguata, e poi occorre “ricaricare” con una pesante bombola ad alta pressione (tipo subacquea), o un compressore elettrico specifico, dal costo spropositato, o con unapompa manuale, stancantissima e non del tutto a buon mercato.

  4. armi pca: a mio modestissimo avviso le migliori; si potrebbero definire un riuscitissimo ”incrocio” fra le springer e le pcp. Tramite una leva (con una o più caricamenti) si comprime l’aria in un serbatoio simile a quello delle pcp e, azionando il grilletto, la massa battente libera la pressione. I pregi sono quelli delle springer e delle pcp messe insieme; l’unica nota negativa è il “fastidio” di dover azionare la leva di ricarica prima di ogni sparo.

 

Le armi impiegate in gara

Nelle gare di field target le cose si complicano un pò di più, e, a seconda della carabina con cui si gareggia, si viene inseriti in una delle seguenti categorie:

  • categoria < 7,5J springer

  • categoria <7,5J pcp/pca

  • categoria <16,3J springer

  • categoria <16,3J pcp/pca

Come si può notare, le norme dei regolamenti del field target si discostano – pur rispettandole – da quelle di Legge.